Tito e famiglia però non dimenticano il Paese di origine San Sebastiano che diventa ora per loro luogo di vacanza e villeggiatura sia d’estate sia d’inverno.A Tito comunque, nel suo cuore vive sempre più un profondo attaccamento per questo Paese sia per l’aria pura che si respira sia per le bellezze delle montagne che lo circondano…E piano piano gli comincia ad albergare una profonda nostalgia. Intanto gli anni passano e a Tito cominciano ad essere frequenti i momenti di sofferenza…. Le mura in alabastro della sua stanza di Direzione a Napoli gli danno sempre più l’impressione di vivere in un carcere di lusso! Comincia ad accorgersi che il suo Paese non cresce, non avverte minimamente la spinta del progresso, dell’innovazione, dello sviluppo… La città con il suo progresso, i suoi servizi è ancora molto lontana…lo vede ancora fermo, povero e dedito alla pastorizia degli ovini e dei muli… Le sue abitazioni sono ancora illuminate con le candele! Della sua esperienza sia americana sia napoletana si accorge dell’importanza dell’energia elettrica, dell’illuminazione nelle abitazioni, nelle strade, nelle piazze…
E così che gli balena l’idea di portarla nelle case del suo Paese e di altre località vicine…Riflette rapidamente ripetendosi l’acqua ce l’ho, il fiume c’è…. devo solo vedere di acquistare una turbina che mi generi elettricità…Quindi si informa sui costi, controlla il luogo fisico dove far nascere l’ edificio (vicino al fiume), dove sistemare la turbina e il gioco è fatto per raggiungere l’obiettivo: generare elettricità! Viene subito a sapere che la città specializzata nella fabbrica di turbine è Bologna, e la Ditta sono le Officine CALZONI fondata nel 1836 per macchine agricole- motori – turbine. Quindi ora sa dove acquistare la turbina, ma non è finita c’è ancora un grande problema deve trovare il denaro e ce ne vuole parecchio! Lui però non se ne preoccupa! E’ un Banchiere della più grande Banca americana, quella di suo fratello Michele, la Banca “M.BERARDINI” basta che si istruisca una pratica di finanziamento per l’importo che abbisogna ( £ 12000 (dodicimila)), con l’ avallo di un suo amico, il Prof. Altomare (che però non ha proprietà tali da garantire tale cifra!) e così iniziare l’avventura! Così pensato, così agito!….
La Presidenza però della Banca “M. BERARDINI” non è d’accordo e da New York lo accusa di appropriazione indebita, di finanziamento non autorizzato dal CdA e lo invita a dimettersi da Direttore e a lasciare la Banca citandolo in giudizio! E’ una grande mazzata non prevista! Tito però era entusiasta perché quel lavoro da Direttore non l’amava, non gli si addiceva, non gli calzava proprio per niente! nelle quattro mura si sentiva soffocato, si sentiva imprigionato, sacrificato…e con questa iniziativa invece riconquistava la sua inclinazione, la libertà di essere un Imprenditore, un Impresario, un uomo d’Affari… quindi reagisce subito e per niente vinto, si difende perché di soldi ne aveva bisogno… chiama un Avvocato il migliore di Napoli, il più bravo di quel Foro: l’Avv. Enrico De Nicola! (e quando diventò primo Presidente della Repubblica Italiana nel 1946, Tito gli scrisse una lettera – è agli atti – ricordandogli quella vittoria!.) La causa la vinse e il Giudice ne ordinò il rientro… ma Tito seguì la sua vena imprenditoriale e nel 1913 portò la luce elettrica nelle abitazioni di San Sebastiano, Bisegna e Santa Maria. (Continua).